Per settimane mi sono svegliata nel cuore della notte con le gambe irrigidite e le dita dei piedi contratte. I crampi arrivavano all’improvviso, anche a riposo, come se i muscoli non riuscissero a rilassarsi mai del tutto.
Durante il giorno mi sentivo debole, stanca, con una strana nebbia mentale che non riuscivo a spiegarmi. Dormivo abbastanza, mangiavo in modo regolare, ma la sensazione era sempre quella di dover recuperare da qualcosa. Quando ho raccontato questi disturbi a un nutrizionista, non mi aspettavo granché. E invece ha ascoltato con attenzione e mi ha fatto una domanda semplice: quanta frutta e verdura fresca mangi ogni giorno? È bastato poco per far emergere un’ipotesi che non avevo mai considerato. Forse stavo trascurando un minerale essenziale: il potassio.
Non si tratta solo di crampi. Quando i livelli di potassio si abbassano, anche lievemente, il corpo comincia a inviare piccoli segnali: muscoli tesi, stanchezza persistente, battito irregolare, difficoltà di concentrazione. Sintomi che molti attribuiscono allo stress, ma che spesso dipendono da un’alimentazione squilibrata o da un consumo eccessivo di sodio, che “spiazza” i meccanismi di equilibrio.
Dopo quel colloquio, ho iniziato a guardare meglio cosa portavo a tavola. Senza stravolgimenti, ho aumentato la presenza di alcuni cibi che prima trascuravo. Ho riscoperto le patate, soprattutto con la buccia, e ho cominciato a usare l’avocado con più regolarità. A pranzo ho dato più spazio alle verdure cotte, in particolare spinaci e bietole, e ho riportato i legumi al centro dei miei piatti, alternando fagioli, ceci e lenticchie.
Anche la frutta è tornata protagonista, non solo come spuntino occasionale, ma parte integrante dei miei pasti. Non ho seguito una dieta rigida né ho preso integratori: è stato un lento ribilanciamento fatto di scelte semplici, quotidiane, costanti.
Nel giro di pochi giorni ho notato la differenza. I crampi sono spariti, la qualità del sonno è migliorata e mi svegliavo con una sensazione di leggerezza che non provavo da tempo. Anche la mente era più lucida e i livelli di energia più stabili. Il corpo, quando riceve ciò di cui ha bisogno, reagisce subito.
Questa esperienza mi ha insegnato che non serve arrivare a carenze gravi per star male. Basta una carenza lieve e continua per creare squilibri fastidiosi. Ascoltare il corpo, osservare i segnali, correggere con intelligenza. È tutto qui. E a volte, la svolta parte da un dettaglio banale che si trova ogni giorno nel piatto.
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