L’ho detto almeno un milione di volte: “Questa volta faccio sul serio.” Poi arriva martedì e sto già cercando di convincermi che un pezzo di focaccia alle 18 non rovina mica tutto. Il problema è che non è la focaccia il nemico.

Il problema, spoiler: sono io. O meglio, quella vocina dentro la testa che ogni volta trova un modo creativo per farmi sabotare tutto. E no, non è questione di mancanza di forza di volontà. È che ci sono dei veri e propri bug mentali – errori di sistema – che ti fregano da dentro, e nemmeno te ne accorgi. Ti fanno credere che sei motivato, che ci tieni, che stai facendo tutto bene… ma sotto sotto ti stanno spingendo fuori pista.
Io ne ho scovati cinque. E sì, ci sono cascata in tutti e cinque. Magari anche tu.
1. Il perfezionista seriale: o tutto o niente
Se mangio un biscotto, tanto vale finire la scatola. Se ho saltato la palestra oggi, vabbè, ci rivediamo direttamente a settembre. Ecco il classico bug del “tutto o niente”, l’amico di chi inizia con slancio olimpionico e finisce a mangiare pizza in tuta da ginnastica, solo perché ha sbagliato un passo. La verità? Il corpo non funziona per estremi. Ma il cervello, purtroppo, spesso sì. Non serve essere perfetti. Serve solo continuare, anche dopo una scivolata. Ma se pensi che un errore valga quanto una catastrofe, ti ritroverai a ricominciare sempre da capo. E ti stancherai pure prima di iniziare.

2. Il martire convinto: se non soffro, non vale
La dieta non funziona se non ho fame. Se non sono nervoso. Se non odio ogni singolo pasto.
Questo è il bug mentale più infame: l’idea che più ti deprimi, più dimagrisci. Una specie di “sofferenza = risultato” che ci portiamo dietro da qualche dieta drastica degli anni ‘90, o forse dall’idea che la felicità debba per forza passare per il sacrificio.
Il problema è che, se stai male ogni giorno, il tuo cervello inizia a boicottarti. A un certo punto urla: “Sai che c’è? “Mangiamoci ‘sta lasagna e torniamo a vivere.” Una dieta sostenibile è una dieta che non ti fa venire voglia di evadere. Il martirio lasciamolo ai santi, dai.
3. Il binge emotivo mascherato da “fame”
Questa è la mia preferita: “Non ce la faccio, ho troppa fame.” Ma sei sicuro che sia fame? Perché io ho scoperto che molto spesso era noia, frustrazione, ansia, bisogno di coccole, voglia di silenziare il mondo.
La fame emotiva è subdola. Si traveste da necessità fisiologica, ma in realtà sta solo cercando una scappatoia.
Il test infallibile? Se ti offrono una mela e ti sembra triste, non hai fame. Hai un problema da guardare in faccia. E purtroppo, nessuno lo risolve con i cracker.
4. Il fan del “tutto e subito”
Tre giorni di insalata e ancora non ho gli addominali? Che schifo. Ci arrabbiamo con la bilancia perché ci aspettavamo un miracolo istantaneo. E quando non succede, molliamo tutto. Questo è il bug della fretta. Viviamo nel mondo del “prime” e dei risultati veloci, ma il corpo non è un’app. È lento, intelligente e diffidente. Vuole vedere se fai sul serio.
E invece noi ci stufiamo, cambiamo dieta, ricominciamo da capo e ci chiediamo perché non funziona. Magari funziona. Solo che non le dai il tempo.
5. Il sabotaggio identitario: “sono fatto così”
“Non ho costanza.”
“Ho il metabolismo lento.”
“Ho le ossa grosse.”
(Questa l’ho usata pure io. Vergogna.)
Il quinto bug mentale è quello più profondo: credi davvero che non ce la farai. Ti definisci in base ai tuoi limiti e li fai diventare parte della tua identità. E più te lo ripeti, più ci credi. È comodo, lo capisco: se sei “fatto così”, non devi cambiare nulla. Ma è anche la scusa perfetta per rimanere esattamente dove sei.
La verità? Non sei pigro, incostante, inadatto. Sei solo bloccato in una storia che ti racconti da troppo tempo.
Allora, che si fa?
Niente dieta nuova, niente programma miracolo, niente piano settimanale da 14 ingredienti impossibili. Si parte da qui: riconoscere quando sei tu a sabotarti. Perché se ti rendi conto dei pensieri che ti fregano, puoi finalmente iniziare a rispondere. E, magari, iniziare una dieta senza doverla sempre ricominciare da lunedì.
Vuoi un esercizio? La prossima volta che senti quella vocina nella testa che ti dice “Tanto ormai…”, fermati. Respira.
E chiediti: è la dieta che non funziona, o sto solo cercando un modo per non cambiare davvero?
Spoiler: già solo farti la domanda, è un cambiamento. Bravo. Si parte da qui.