Quando si parla di dieta, l’elemento più difficile è quello della continuità ed anche delle cosiddette «tentazioni». Cosa fare se si sgarra?

Lo sgarro alla dieta è un tema molto dibattutto, perché da un lato rappresenta il momento di «pausa» o premio spesso consentito dagli stessi nutrizionisti, mentre dall’altro può essere un rischio se fatto di testa propria.
Sgarro alla dieta: i consigli della nutrizionista
La biologa nutrizionista Valentina Viti, autrice del blog «Una Nutrizionista in Cucina», si definisce un medico appassionato del proprio lavoro, della cucina e del buon cibo. La dottoressa, studiosa di alimentazione senza rinunciare al piacere del cibo, condivide con i lettori le risposte alle tante domande su un tema davvero caldo: lo sgarro alla dieta.
Viti afferma di ricevere molte domande sullo sgarro alla dieta e cosa fare, soprattutto quando ci sono occasioni ed eventi particolari come compleanni, feste, matrimoni, che portano a dover mangiare fuori casa.

Spesso, la principale preoccupazione delle persone durante le consulenze nutrizionali riguarda l’aderenza rigida alla dieta, con la paura che ogni deviazione possa compromettere i risultati. Il tema della sostenibilità di un piano alimentare a lungo termine è il punto cardine che evidenzia tra l’altro la scelta spesso di evitare di mangiare fuori casa o partecipare a eventi sociali a causa dei sensi di colpa. La risposta della dottoressa è che una mentalità che richiede una supervisione costante e non permette autogestione è insostenibile.
Un altro punto critico è la logica del «tutto o niente» e del rapporto punizione-premio con il cibo. Schemi come «se oggi mi privo, domani posso sgarrare» o «se ho esagerato, posso rimediare digiunando» sono disfunzionali. Queste dinamiche portano a cicli di controllo estremo e perdita totale di controllo, che non promuovono il benessere fisico o mentale.
Secondo la nutrizionista, bisogna spostare l’attenzione dalla rigida aderenza a un piano dietetico alla comprensione delle cause reali che portano all’aumento di peso. Piuttosto che preoccuparsi per un singolo «pasticcino extra», è più utile riflettere su fattori come la gestione della spesa, le scelte alimentari legate al gusto, l’organizzazione dei pasti familiari, gli orari di lavoro, e l’uso del cibo come conforto emotivo.
Viti spiega in pratica, che la dieta non deve essere una serie di regole inflessibili, ma uno strumento per imparare a gestire le proprie scelte alimentari in modo consapevole e flessibile, simile a imparare a guidare un’auto: rispettando le regole di base ma godendosi il viaggio della vita!